L’arte elettronica trae la propria metamorfica e ibrida identità dallo scambio continuo di linguaggi, forme, metodi, in dimensione sperimentale e di volta in volta intessuta di significati sociali spiritualistici, concettuali, narrativi, alla ricerca di effetti percettivi e di coinvolgimenti che sondano le molteplici possibilità delle invenzioni di situazioni, accadimenti, fantasmagorie.
Un’arte differente, dunque, da qualsiasi altra, non solo per la connessione strettissima con tecniche meccaniche di riproduzione e produzione delle immagini, diverse dalla fotografia e dal cinema, ma anche per la capacità di sviluppare un itinerari di sdoppiamenti di riflessi fra dentro e fuori, naturale ed artificiale, artista e spettatore, visibile e invisibile, memoria e immaginazione, presente e passato.
Una forma di espressione e comunicazione che richiede una riflessione sul modificarsi del senso dell’arte in un’epoca che impone un continuo confronto tra uomo e macchina.
L’arte elettronica nasce da una complessità di orientamenti. Infatti sin dalle prime esperienze si è delineato un orizzonte differenziato, aperto e versatile, pronto ad impossessarsi, decostruire e riassemblare tutti i modelli e metodi della produzione artistica: nei confronti del video in quanto strumento di produzione e riproduzione di immagini in movimento e di suoni, gli artisti hanno condotto una varietà di esperienze concentrate fondamentalmente sulla manipolazione delle emissioni e del dispositivo stesso.
Da un lato hanno assunto come punto di riferimento una realtà già data e conformata, un involucro pieno di tempo e di memoria su cui esercitare le proprie variazioni creative; dall’altro il funzionamento stesso del mezzo, la sua potenzialità tecnologica e le relative articolazioni linguistiche, utilizzando come uno strumento direttamente disponibile a riplasmarsi nella creazione di immagini autonome.
L’arte elettronica ha mutato ha mutato profondamente il senso e la nozione stessa di opera d’arte, eliminando i confini tra forme espressive diverse e portando a compimento la decostruzione, iniziata dalle avanguardie storiche, delle tradizionali opere di pittura e scultura come arti dello spazio, e di letteratura e poesia come arti del tempo.
Nelle immagini e nell’immaginario delle opere si immettono le suggestioni di musica, suoni, testi e parole, l’animazione del movimento, la fluidità del tempo di volta in volta espanso o contratto o moltiplicato, i suggerimenti di una percezione diversa più attiva e intensa sul piano del corpo e dei sensi.
Intessuta dalla dimensione mobile e incorporante dell’evento, l’arte elettronica sollecita nello spettatore una partecipazione, emotiva, mentale, fisica, fino a immetterlo all’interno dell’opera e a farlo intervenire nella responsabilità dei suoi funzionamenti e delle strategie degli artisti.
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