3. IL CORPO COME LUOGO ARTISTICO
Così l’arte ha mutato il suo rapporto con il corpo confondendo arte e vita e abbattendo ogni barriera tradizionale.
I corpi umani sono divenuti corpi d’arte: non più oggetti esterni che si guardano dal di fuori, da rappresentare e interpretare, non più un semplice dato della realtà da narrare, da riprodurre, ma superfici pittoriche, cioè essi stessi materiali, mezzo per la produzione artistica.
L’uso del corpo come espressione artistica come atto di “rottura”, di svelamento di tabù collettivi di trasgressione di divieti; comportando anche la messa in scena brutale e violenta della sofferenza.
Arte e vita coincidono in una situazione effimera in cui il video si incarica di memorizzare con la versatilità, la “diretta” e la riproducibilità immediata che gli sono proprie.
Il corpo è carne e coscienza, azione e passione, immagine che rimanda tanto al tema dell’identità personale quanto al rapporto tra individuo-società, libertà-restrizione, interno-estreno, ed è qualcosa da manipolare come insegna la tradizione performativa della Body Art.
Infine il corpo si adegua alle mode, ai condizionamenti del paesaggio e del contesto, alla bellezza finta e distinta dell’ omologazione, perché il corpo è la frammentazione del nostro quotidiano.
Paul Valery diceva che niente è più profondo del corpo
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