8. L’OPERA TEATRALE E L’ARTE TOTALE
I contatti diretti con il mondo musicale si realizzano nell’opera teatrale di Kandinskij, in particolare la composizione scenica del SUONO GIALLO del 1909, ma non la vedrà mai rappresentata perché il progetto della messa in scena verrà poi interrotto dalla guerra. Kandinskij si era proposto di realizzare una scena d’arte teatrale, un’interazione di luce, movimento, colore, musica, danza, parole, che potessero moltiplicare la forza del suono interiore di ogni suo mezzo espressivo e coinvolgere tutti i sensi dello spettatore.
L’azione si apre con un canto (Sogni duri come la pietra…e rocce parlanti…/zolle come enigmi di domande insoddisfatte…/in alto si leva un invisibile…suono”) ma la trama non esiste: sono in tutto sei quadri i quali dal fondo scuro scaturiscono le luci che partono dal caos alla nascita del mondo sul quale poi scende un buio improvviso. Nell’opera, la ricerca dell’astrazione è parallela all’evoluzione che si registra nella pittura di Kandinskij in quegli anni (da pittura oggettiva a pittura soggettiva).
L’artista rinuncia ad una storia tradizionale e, anche se una figura umana (ma ridotta a manichini in calzamaglia colorata) ed elementi di passaggio, crea un libero gioco di movimenti, suoni, come se animasse un dipinto.
Kandinskij riesce a realizzare in modo parziale quello a cui anche Schönberg aspirava in “La mano felice” del 1913: mettere in scena un evento cosmico per un palcoscenico che non è più specchio del mondo reale, ma dell’altrove dell’essere al di là di ogni apparenza.
1 commento:
Ciao ArcKat! Complimenti per il tuo blog!
Era ora che cominciavi a renderci partecipi del tuo sapere!!!
In bocca al lupo!
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