Intervista a Massimiliano e Doriana Fuksas (autore Katiuscia Matteucci)
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“La sospensione di un volume all’interno di un altro. Vedere attraverso il cemento il cielo, dall’esterno, all’interno, all’esterno. Massimiliano Fuksas
Il nuovo complesso parrocchiale progettato dagli Architetti Fuksas, è un monolite di geometria pura, una scatola nella scatola. Sono due gli elementi architettonici principali che si identificano anche con le funzioni del centro religioso. Il primo elemento, l’edificio Chiesa, è costituito da due parallelepipedi inseriti l’uno nell’altro. Il secondo elemento, anch’esso di forma parallelepipeda ma allungato e basso, ospita la Sagrestia, i locali del Ministero Pastorale e la Casa Canonica. Un terzo corpo, di dimensioni minori, unisce questi ultimi due. I fasci di luce attraversano e legano tra loro i parallelepipedi e tramite le loro intersezioni creano una serie di aperture che illuminano l’aula, indirizzandosi verso gli elementi principali, l’Altare, l’Ambone e la Fonte Battesimale.
Dall’Architettura delle grandi Firme all’Architettura Sacra. Come ha vissuto il connubio tra spiritualità - progettualità nella realizzazione della nuova Chiesa di San Paolo a Foligno?
Non credo si possa fare architettura sacra, si può fare architettura che tenda alla spiritualità. Architettura sacra o profana non vuole dire nulla. Quello che abbiamo fatto è stato interrogare noi stessi sul ruolo della spiritualità nella vita delle persone. La persona che meglio ha descritto il progetto di Foligno è stato Monsignor Betori, ora Arcivescovo di Firenze; Ha colto un elemento, la luce, che è alla base di tutto. Abbiamo cercato, io e Doriana, di stabilire un rapporto tra la luce e la spiritualità; la luce è sinonimo di spiritualità, viene dalle arti figurative, viene dalla nostra storia del pensiero. Abbiamo utilizzato la luce naturale con un valore metaforico ed emozionale utilizzando delle finestre di forma irregolare. Ma la luce entra anche dall’alto, lungo tutto il perimetro per illuminare uniformemente tutti gli spazi.
Bisognava disegnare uno spazio che sapesse parlare sia all’individuo che all’assemblea dei fedeli, cosa complessa tenuto contro del fatto che una Chiesa deve essere facilmente comprensibile per permettere ai fedeli di orientarsi al suo interno e di sentirsi a proprio agio per poter partecipare come protagonista all’azione liturgica all’internio dell’assemblea celebrante. La semplicità dello spazio lo potremmo paragonare a quello delle Chiese francescane completamente spoglio di decorazioni, in cui solo gli elementi che ci sono stati richiesti trovano spazio.
Architetto, lei ha effettuato un taglio netto con la concezione della chiesa moderna impostata sulla dimensione orizzontale dello spazio. Quali sono i motivi che lo hanno condotto a questo tipo di soluzione?
L’idea è stata quella di creare una contrapposizione contro le costruzioni che ci sono oramai in tutti i paesi d'Europa, ma specialmente in Italia; questa costruzione di abitazioni o di altro che creano una città diffusa, che non hanno più nuclei, che non hanno più punti di riferimento, e cercare di riportare ad una struttura che non è più in orizzontale, come magari era quella del Concilio Vaticano Secondo, ma è qualche cosa che aspirava all'altezza. Aspirare all'altezza vuol dire riprendere un po' il discorso della cultura gotica, dell'oggetto semplice, che può essere anche una torre, un edificio con pochissime aperture, una chiesa quasi difensiva, ma che si apre agli altri. La Chiesa di Foligno ha ventotto metri di apertura sull'esterno. La porta non sono tre porte, ma sono una fascia di luce che dialoga con l'esterno.
Dopo gli ultimi eventi sismici, essendo Foligno una città già colpita dal terremoto, se e quali misure di prevenzione sono state adottate per questa realizzazione?
La Chiesa è stata costruita proprio dove sorgeva il campo container. Abbiamo pensato di fare una cosa che dovesse celebrare la perennità rispetto alla fragilità. Non volevamo che si dimostrasse la fragilità umana, ma che si dimostrasse una forma, qualche cosa che negli anni sostenesse la memoria di un fatto, un fatto drammatico. Una cosa semplice, all'apparenza arida, però con una grande luce che arriva dappertutto. Entrando si vede la luce dall'alto, poi all'interno arrivano queste trombe di luce che la illuminano, dalla quale tu percepisci dei frammenti di forza e di perennità. L’edificio intero ricorda il terremoto. Ovviamente poi, dal punto di vista strutturale, la chiesa è stata realizzata seguendo tutte le caratteristiche necessarie alla costruzione in una zona sismica come quella.
Da progetto “umano” a progetto “urbano”. Come si inserisce la costruzione all’interno del tessuto urbano di Foligno, e quali relazioni stabilisce con il contesto?
Il rapporto tra la Chiesa e la città è sempre stato molto importante nella storia dell’architettura. A partire dal Medioevo la Chiesa, il palazzo del podestà e la piazza sono stati gli elementi che disegnavano la nascente città borghese, oltre ad essere percorsi turistici per i pellegrini. A Roma la via del Pellegrino collega il Vaticano al centro della città e San Giacomo di Compostela è lo stesso fenomeno. Oggi la Chiesa ha perso la sua preminenza gerarchica rispetto agli altri edifici ma resta comunque un segnale molto forte nel tessuto urbano. L’area sulla quale abbiamo costruito è situata sull’asse periferico sud. L’ingresso al complesso parrocchiale si trova di fronte alla nuova strada che collega questa zona periferica al palazzo dello sport. Fra il complesso parrocchiale e la strada ci sarà una piazza punto di riferimento e di incontro per i fedeli e per gli abitanti del nuovo quartiere.
Interview to Massimiliano and Doriana Fuksas (author Katiuscia Matteucci)
"The suspension of a volume within another. Seeing through concrete heaven, from outside, to inside, to outside. Massimiliano Fuksas
The new parish designed by Fuksas Architects, is a monolith of pure geometry, absolute, in a tin box. There are two main architectural elements that are identified with the functions of the religious center, the first element, the Church building, consists of two rectangules inserted into one another, the second element, also rectangular shape but long and low, is home to the Sacristy, the Pastoral Ministry of Local and Casa Canonica. A third an architectural element, smaller, combining the latter two. Spirituality and meditation joined together in a play of natural light entering horizontally and vertically, drawing a dialogue with the sky.
From Architecture of the great Signatures to the Sacred Architecture. How did you live the union between spirituality - planning to implementation of the new Church of St. Paul in Foligno?
I do not think you can do sacred architecture, architecture can be done tending to spirituality. Architecture sacred or profane does not mean anything. What we did was to question ourselves about the role of spirituality in people's lives. The person who best described the project of Foligno was Monsignor Betori, now Archbishop of Florence, he took the item, the light, that is behind everything. We tried, Doriana and I, to establish a relationship between light and spirituality, the light is synonymous with spirituality, comes from arts, comes from our history of thought. We used the natural light with an emotional and metaphorical use of the windows of irregular shape. But the light also comes from above, along the entire perimeter to illuminate all areas evenly. It was necessary to design a space that speak both the individual and the assembly of the faithfuls, complex thing kept against the fact that a Church must be easily understood to allow the faithful to move through it and feel at ease to participate as protagonist inside of the liturgical celebrant. The simplicity of the space we could compare to that of the Franciscan churches completely bare of ornamentation, in which the only elements required find space.
Architect, you did a clean cut with the modern conception of the church set on the horizontal dimension of space. What are the reasons that led to this type of solution?
The idea was to create a contrast against the buildings that we are now in all European countries, but especially in Italy, this construction of house or other that create an extended town, which no longer have center, which not have more points of reference, and try to restore a structure that is no longer horizontal, as was perhaps that of the Second Vatican Council, but it is something that aspired to height. Aspire to height means to take a while the speech of the gothic culture, simple object, which can also be a tower, a building with few openings, a church almost defensive, but that it opens to others. The Church of Foligno has twenty-eight meters opening to the outside. The door has three doors, but they are a band of light that communicates with the outside world.
After the last earthquake, being Foligno a city already hit by the earthquake, whether and which preventive measures have been taken to this realization?
The Church was built where once stood the container field. We decided to do something that would celebrate the long compared to the fragility. We didn’t want to demonstrate the human frailty, but that proved a shape, something that in the years to support the memory of a fact, something dramatic. A simple, apparently arid, but with a great light that reaches everywhere. Entering you see the light from above, then insiede the light comes to illuminate, from which you receive fragments of strength and durability. The entire building recalls the earthquake. Clearly then, from a structural point of view, the church was built following all the necessary characteristics to the building in a seismic zone like that.
From "human" plan to "urban" plan. How does the building enter within the urban fabric of Foligno, and what relations establish with the context?
I do not think you can do sacred architecture, architecture can be done tending to spirituality. Architecture sacred or profane does not mean anything. What we did was to question ourselves about the role of spirituality in people's lives. The person who best described the project of Foligno was Monsignor Betori, now Archbishop of Florence, he took the item, the light, that is behind everything. We tried, Doriana and I, to establish a relationship between light and spirituality, the light is synonymous with spirituality, comes from arts, comes from our history of thought. We used the natural light with an emotional and metaphorical use of the windows of irregular shape. But the light also comes from above, along the entire perimeter to illuminate all areas evenly. It was necessary to design a space that speak both the individual and the assembly of the faithfuls, complex thing kept against the fact that a Church must be easily understood to allow the faithful to move through it and feel at ease to participate as protagonist inside of the liturgical celebrant. The simplicity of the space we could compare to that of the Franciscan churches completely bare of ornamentation, in which the only elements required find space.
Architect, you did a clean cut with the modern conception of the church set on the horizontal dimension of space. What are the reasons that led to this type of solution?
The idea was to create a contrast against the buildings that we are now in all European countries, but especially in Italy, this construction of house or other that create an extended town, which no longer have center, which not have more points of reference, and try to restore a structure that is no longer horizontal, as was perhaps that of the Second Vatican Council, but it is something that aspired to height. Aspire to height means to take a while the speech of the gothic culture, simple object, which can also be a tower, a building with few openings, a church almost defensive, but that it opens to others. The Church of Foligno has twenty-eight meters opening to the outside. The door has three doors, but they are a band of light that communicates with the outside world.
After the last earthquake, being Foligno a city already hit by the earthquake, whether and which preventive measures have been taken to this realization?
The Church was built where once stood the container field. We decided to do something that would celebrate the long compared to the fragility. We didn’t want to demonstrate the human frailty, but that proved a shape, something that in the years to support the memory of a fact, something dramatic. A simple, apparently arid, but with a great light that reaches everywhere. Entering you see the light from above, then insiede the light comes to illuminate, from which you receive fragments of strength and durability. The entire building recalls the earthquake. Clearly then, from a structural point of view, the church was built following all the necessary characteristics to the building in a seismic zone like that.
From "human" plan to "urban" plan. How does the building enter within the urban fabric of Foligno, and what relations establish with the context?
The relationship between the Church and the city has always been very important in the history of architecture. From the Middle Ages, the Church, the mayor of the palace and the square were the elements that draw the city's emerging middle class, as well as being interesting tourist pilgrims. In Rome Via del Pellegrino connecting the Vatican to the city center and St. James of Compostela is the same phenomenon. Today the Church has lost its hierarchical primacy over other buildings, but still a very strong signal in the urban fabric. The area on which we built is located on the peripheral South. The entrance to the parish complex is located opposite the new road connecting the suburb to the palace of sport. Among the parish complex and the road there will be a square reference point and meeting place for the faithful and for the inhabitants of the new district.
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